Roberto Bortoluzzi sul nuovo dpcm: «Si potevano e dovevano trovare soluzioni diverse»

«Nei confronti della montagna e degli sport invernali, il nuovo dpcm poteva e doveva trovare soluzioni diverse. Tra le varie conseguenze delle limitazioni previste, c’è quello della perdite di una generazione di sciatori». Lo afferma Roberto Bortoluzzi, presidente del Comitato regionale veneto  della Federazione italiana degli sport invernali, in riferimento alle misure che il governo ha adottato per le prossime settimane. «Condivido quanto ha affermato il presidente federale Flavio Roda, occorreva più attenzione nei confronti della montagna e delle attività legate al mondo della neve» dice Bortoluzzi. «Questa chiusura mette in grandissima difficoltà la montagna e anche il sistema sportivo ad esso legate. Penso alla difficoltà che i nostri ragazzi stanno facendo e faranno per allenarsi: gli sci club e i comitati regionali stanno facendo i salti mortali per consentire ai ragazzi di prepararsi e lo stanno facendo nel massimo rispetto delle regole e della sicurezza di ognuno. L’auspicio è che le normative possano in qualche modo essere riviste: il rischio è di perdere un’intera generazione di sciatori».
«Altro auspicio è che a gennaio si possa ripartire con le manifestazioni che, fin qui, hanno riguardato solo il movimento di vertice» dice ancora il presidente di Fisi Veneto. «Per quanto riguarda il movimento veneto,  il calendario regionale è stato definito, speriamo di poterlo vivere appieno. Ne va della sopravvivenza degli sci club, che già stanno vivendo difficoltà economiche legate al venire meno di una buona fetta di sponsorizzazioni. Sci club, è da sottolineare, che sono realtà che si poggiano quasi esclusivamente sul volontariato e che rivestono anche una importante funzione sociale per i nostri paesi e le nostre vallate».

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